Stiamo invecchiando. L’Italia è uno dei dieci paesi dove si vive più a lungo. Secondo le ultime stime, nel 2020 più di un terzo della popolazione apparterrà alla terza età. È confortante sapere che la longevità sia in aumento, però è altrettanto importante che la qualità della vita geriatrica migliori.
Il paziente ultra sessantenne spesso si presenta con patologie non guaribili, ma non per questo non trattabili. Un esempio classico è l’artrosi. Alcuni specialisti considerano l’artrosi un processo degenerativo normale associato all’invecchiamento dell’organismo. La Chiropratica la ritiene un normale processo di auto-difesa per la disfunzione osteo-articolare. Il corpo si difende come può, immobilizzandosi pian piano laddove il cattivo funzionamento presenta una minaccia maggiore dell’immobilizzazione stessa. Purtroppo, nel tempo, questa immobilizzazione finisce con il creare più problemi di quelli che avrebbe dovuto eliminare.
L’ artrosi è la patologia geriatrica più comune. Nonostante l’impossibilità a guarirne, la Chiropratica può comunque aiutare ad alleviarne gli effetti. Rientra nello scopo terapeutico della Chiropratica trattare la patologia, non i sintomi causati dalla malattia, e potenziare al massimo la capacità funzionale dell’individuo.
Nel paziente geriatrico l’ideale è portarlo al suo livello di efficienza ottimale mettendolo al centro della cura. Vanno valutati tutti gli aspetti della vita relativi alla patologia: l’attività quotidiana, l’alimentazione, l’attività fisica e il profilo psicofisico. Ogni malato geriatrico è un caso a sé e viene valutato in base ai criteri strettamente individuali, ad esempio la condizione fisica attuale, lo stato della patologia (avanzata o meno), il livello di sopportazione e la volontà del paziente di collaborare attivamente nella propria cura. Il paziente va informato e istruito sulla natura e sulle prospettive dei processi di invecchiamento. Va soprattutto sfatato il concetto ingannevole “assenza di sintomi = salute”. Lo stato asintomatico è solo una buona base per il rilancio verso il reale benessere. Contrariamente, nella fase iniziale di disfunzione, il paziente non ha sintomi. Con il tempo l’alterazione progredisce e provoca sintomi moderati e intermittenti che segnalano l’inizio della patologia. L’ultimo stadio si manifesta con sintomi pressochè costanti, dimostrando una malattia con patologia avanzata.
I disturbi più frequenti nella terza età associati ai sistemi muscolo-scheletrico e nervoso sono:
· Lombalgia – con o senza disturbi periferici (tipo sciatalgia)
· Cervicalgia – con o senza brachialgia
· Mal di testa
· Vertigini e ronzii
· Osteo-artrosi degenerative e artrite (la colonna vertebrale, le anche, le spalle e le ginocchia sono siti frequenti)
· Osteoporosi
· Disfunzione dell’articolazione temporo-mandibolare per malocclusione dentale
I benefici che il paziente geriatrico può ottenere in un approccio di questo genere sono:
· Restaurare le funzionalità
· Sviluppare la forza fisica, l’equilibrio e la coordinazione motoria
· Migliorare la vitalità
· Incrementare la resistenza immunitaria
· Aumentare la qualità della vita
La metodologia Chiropratica si presta molto bene nel contesto geriatrico in cui la valutazione “olistica” o globale è essenziale per un buon esito terapeutico. Trattare l’individuo, non la malattia.
Dr. Wayne Steiner, Chiropratico
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